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Due omaggi a Giovan Pietro Vieusseux

a conclusione delle celebrazioni del Bicentenario
Due omaggi a Giovan Pietro Vieusseux

A conclusione delle attività intraprese in seno al Comitato per il Bicentenario del Gabinetto Vieusseux è sembrato giusto e doveroso dedicare alla figura e all’opera del padre fondatore la pubblicazione dell’anastatica di due contributi, ormai rari e lontani nel tempo, usciti nell’anno della scomparsa di Giovan Pietro (28 aprile 1863) e nel centenario di quella triste ricorrenza. Il primo si deve a Niccolò Tommaseo che del mercante ginevrino fu amico fedele e sincero estimatore, con l’esplicito proposito di dimostrare quanto «debba alle buone intenzioni» di Vieusseux «la Toscana, che fu tanta parte d’Italia sonora», nell’auspicio «che minore non sarà nel tempo avvenire». Il secondo riproduce invece il discorso pronunciato il 12 maggio 1963 da Ernesto Sestan che, nel ripercorrere il profilo di Vieusseux, non mancava di sottolineare con ferma determinazione il «posto […] alto e nobile» occupato dal «ginevrino e fiorentino» nel reggere, ispirare, guidare e diffondere il movimento liberale moderato nel nostro Risorgimento.